Il 29 Giugno 1620 in Vico Rotto al Mercato nasce Tommaso Aniello d'Amalfi (detto Masaniello) da Francesco d'Amalfi e Antonia Gargani. Va subito chiarito un fatto: d'Amalfi indica il cognome e non il luogo di provenienza. Poche, confuse ed a volte discordanti sono le descrizioni dell'aspetto fisico di Masaniello. Comunque molto probabilmente era basso di statura, bruno di carnagione, capelli castani con un piccolo codino dietro la testa e, appena visibili, un paio di baffetti che molti contemporanei dicono biondi. Vestiva sempre con abiti da umile pescivendolo: camicia e calzoni di tela con un cappello rosso alla marinara e camminava sempre scalzo. Solo durante il periodo del suo "regno" lo vediamo in abiti bianchi con un coltello o un piccolo bastone tra le mani.
Troviamo anche molte rappresentazioni pittoriche di Masaniello (a volte discordanti anch'esse) poiche' molti pittori dell'epoca facevano parte della "Compagnia della Morte" il cui capo Aniello Falcone con Salvator Rosa, Micco Spataro (il suo vero nome era Domenico Gargiulo), Andrea da Lione ed altri facevano strage di spagnoli per le strade di Napoli. Nel 1641 spoṣ la bellissima Bernardina Pisa. Essendo figlio di pescivendolo non poteva che seguire le orme paterne dedicandosi anche al piccolo contrabbando servendo nobili che lo malpagavano e spesso lo maltrattavano. |
Don G.Genoino |
Tutto inizia nei primi di Giugno del 1647 quando Masaniello, grazie alle sue doti di abilta' al comando fu incaricato di istruire un gruppo di giovani lazzari a fare la parte dell'esercito degli infedeli (Alardi) nella festa della madonna del Carmine che si sarebbe fatta di li a pochi giorni. Molto probabilmente Masaniello fu contattato in segreto anche da Don Giulio Genoino, vera mente della rivoluzione. | Masaniello (Aniello Falcone) |
Masaniello |
I moti insurrezionali iniziarono Domenica 7 Giugno 1647 quando Masaniello e suo cugino Maso, nei pressi di S. Eligio inscenarono una ribellione contro le sempre piu' pressanti gabelle sulla frutta. Al grido di "Viva il Re, abbasso lo malgoverno" ed aiutato anche dal fratello Giovanni, distrussero molti "posti" dove si pagavano le ingiuste gabelle e, cosa che eccito' il popolo, fu distrutta la casa dell'infame gabelliere Girolamo Letizia nei pressi di Portanova. |
Il duca D'Arcos |
Il bandito Perrone |
Fu anche incaricato dal duca di Maddaloni,il
famoso bandito Perrone che finira' con la testa conficcata in una
lancia e portata in trionfo. Il duca non si trova, viene trovato il
fratello Peppe che viene preso da Michele de Sanctis, macellaio, che,
con un sol colpo gli recide la testa e la porta a Masaniello. Questi
capisce che la sua vita e' davvero in pericolo. Cadra' nella trappola. Grandi tavolate vengono organizzate in suo onore dal Vicere' e dai nobili. | Il Cardinal Filomarino |
Il mito
L'ultimo giorno del suo regno (e' il 16 Luglio, giorno della
festa del Carmine), Masaniello affacciandosi alla finestra di casa sua,
pronuncio' uno dei suoi ultimi discorsi. ""Popolo mio....",
coś iniziava sempre, "ti ricordi, popolo mio, come eri
ridotto..."
Descrivera' tutti i vantaggi ottenuti con il suo governo. I privilegi, le
gabelle tolte. Ma sa benissimo che presto verra' ucciso, ed e' proprio questo il
rimprovero. Vigilare sulle liberta' ottenute. In questo discorso si vede un
Masaniello ridotto pelle ed ossa, gli occhi spiritati. Qualcosa e'
cambiato nel suo fisico, qualcosa di grave. E questo qualcosa riprendera'
possesso della sua coscienza e lo portera' a concludere il discorso in maniera
farneticante, compie gesti insulsi, si denuda, tanto che il popolo venuto ad
ascoltarlo, lo fischiera' e lo deridera'. Corre verso la chiesa del Carmine. Si
porta sul pulpito, ma la sua mente e' sempre piu' annebbiata. Verra' portato in
una delle stanze del convento. Ma il suo nemico Ardizzone con dei suoi compari
lo trovano e lo uccidono con 5 archibugiate. Uno di loro, Salvatore Catania, gli
stacchera' la testa con un coltello e la portera' al Vicere' come prova. Il
corpo fu gettato nelle fogne. Ma il popolo si rese conto presto di aver perso un
capo, un riferimento, la guida che aveva dato la vita per loro : si sentirono
soli. I resti mortali di Masaniello verranno ricomposti e degnamente sepolti
nella chiesa del Carmine. Ma verranno, dopo circa un secolo, tolti e dispersi da
Ferdinando IV per timore che il mito di Masaniello potesse rinascere. I nemici o
coloro che lo vollero morto moriranno tutti. Da Genoino a Maddaloni. La rivolta
verra' sedata con l'arrivo di Giovanni D'Austria. La moglie Bernardina, rimasta
sola, per mangiare si diede al mestiere piu' vecchio del mondo: prostituta in un
vicolo del Borgo S.Antonio Abate. Qú verra' piu' volte picchiata a derubata
dai soldati spagnoli suoi clienti. Morira' di peste nel 1656.
Cio' che resta di Masaniello e' una lapide nella chiesa del Carmine, una statua
nel chiostro ed una piazzetta a suo nome formata da un palazzone in cemento
armato. Interessante l'ipotesi di Ambrogio da Licata secondo cui i resti di
Masaniello siano poco distanti dalla chiesa: nel porto a circa 10 metri di
profondita' proprio sotto un silos. Il mito di Masaniello attraversera' tutta
l'Europa, dall'Inghilterra alla Polonia e sara' sempre sinonimo di liberta' ed
eguaglianza. Quella liberta' e quella eguaglianza conquistata con la Rivoluzione
Francese.
Tnx to Umberto De Fabio