Parthenope
Viveva, un tempo, sulle coste ioniche della
Grecia, una bellissima fanciulla di nome Parthenope,
che in greco antico vuol dire vergine.
Per la sua grande bellezza veniva addirittura paragonata alle dee Giunone
e Minerva; aveva una bella fronte regolare, grandi
occhi neri, la bocca voluttuosa, carnagione candida e un corpo dalle forme
armoniose.
Amava sedersi sugli scogli e guardare il mare, sognando e fantasticando di terre
lontane, sconosciute.
Cimone ne era innamorato e lei lo ricambiava, ma
suo padre l'aveva promessa ad Eumeo e ostacolava in
ogni modo il loro amore.
Un giorno Cimone le chiese di fuggire lontano per
potersi amare liberamente ed ella acconsentì ad abbandonare la sua terra e le
amate sorelle.
Dopo un viaggio lunghissimo i due innamorati approdarono finalmente sul lido che
li aspetta già da mille anni e con il loro amore nascono i fiori, fioriscono
milioni di nuove piccole vite.
La terra nata per l'amore, che senza amore è destinata a perire, bruciata e
distrutta dal suo stesso desiderio splende ora rigogliosa.
Dalla Grecia giunsero, per amore di lei, il padre e le sorelle, amici e parenti
che vennero a ritrovarla; la voce si sparse dovunque, fino al lontano Egitto,
fino alla Fenicia, dovunque si raccontava di una spiaggia felice dove la vita
trascorreva beatissima tra il profumo dei fiori e dei frutti e nella dolcezza
profumata dell'aria.
Su fragili imbarcazioni accorrono colonie di popoli lontani che portano con loro
i propri figli, le immagini degli dei, gli averi.
Si costruiscono capanne, prima sulle alture e a mano a mano fino in pianura;
sorge un'altra colonia su una collina accanto e il secondo villaggio si unisce
col primo; si tracciano le vie, fioriscono le botteghe degli artigiani, si
costruiscono le mura.
Sorgono due templi dedicati alle protettrici della città : Cerere
e Venere.
Parthenope è ormai donna e madre di dodici
figli, è la donna per eccellenza, la madre del popolo, la regina umana e
clemente, da lei si appella la città, da lei la legge, da lei il costume, da
lei il costante esempio della fede e della pietà.
Una pace profonda e costante è nel popolo su cui regna Parthenope,
la più bella delle civiltà, quella dello spirito innamorato, il più grande
dei sentimenti, quello dell'arte; la fusione dell'armonia fisica con l'armonia
morale è l'ambiente vivificante della nuova città.
Tratto da "Leggende
napoletane" di Matilde Serao