Chefren
La piramide di Chefren, o Khafre, è per dimensioni la seconda di Giza. E’ anche la meglio conservata: verso la sommità presenta ancora il rivestimento originario in blocchi di calcare levigato. Nel 1818, Giovanni Belzoni penetrò per primo nella piramide di Chefren praticando una grande apertura in uno dei muri.
La piramide di Chefren misurava all’origine 110 metri per 45, ma è stata a poco a poco smantellata, essendo servita come cava di pietra nel corso dei secoli. L’altezza è di 143 metri; le pareti si ergono meno ripide di quelle della Grande Piramide. La camera funeraria è decentrata in rapporto all’asse della costruzione. Una seconda camera è anch’essa leggermente asimmetrica; il suo soffitto è in blocchi di calcare ed essa contiene ancora un sarcofago in granito. Anche in questo caso una strada rialzata conduce al tempio a valle, detto "tempio di granito", il meglio conservato di Giza. Deve il nome al suo rivestimento in puro granito rosa.
Questo massiccio edificio comprende due entrate, che davano sul porto del canale che scorreva all’origine a un livello inferiore dell’altopiano. Lo scoprì Mariette nel 1852 e fu il primo a effettuarvi degli scavi. Alcuni dei blocchi di calcare che lo compongono pesano fino a 400 tonnellate. La pavimentazione è in alabastro e la sala centrale contava quattordici colonne massicce che sostenevano il soffitto. L'altra sala, lunga e stretta, aveva anch’essa simili colonne. Il cortile centrale era circondato da un colonnato, e ad ogni colonna si trovava una statua del faraone.