La Storia
Per quanto possa sembrare strano, il lotto a Napoli fu introdotto in tarda epoca
rispetto ad altre città (Venezia dal 1590, Genova), o altre nazioni (in Francia
nel 1539).
Infatti solo a partire dal 1682 i napoletani poterono giocare senza puntare su
ruote di altre citta', anche se le scommesse a Napoli erano presenti senza le
autorizzazioni governative. Condannato dalla Chiesa come peccaminoso, fu abolito
dopo il terremoto del 1688 poiche' si pensava che fosse venuto quale punizione
ai vizi dei napoletani.
Ma la gente di Napoli continuo' giocare nelle altre citta'. Cio' costrinse Carlo
Borromeo, contro la sua volonta', a reintrodurre il lotto. La Chiesa ed il regno
in piu' di un'occasione tentarono l'abolizione totale del gioco (si va da
Alessandro VII a Clemente XII a Carlo III a Giuseppe Garibaldi che lo aboli' nel
1860) che veniva puntualmente ripristinato per motivi finanziari poiche' parte
delle giocate andava nelle loro casse. Le entrate erano talmente necessarie alla
sopravvivenza del regno che le giocate annuali da due passarono a nove e poi a
diciotto fino ad arrivare al 1817 quando si decise di effettuarle ogni Sabato,
questo anche per contrastare le giocate del lotto clandestino tutt'oggi ancora
presente.
Anche gli ambienti intellettuali erano contrari al lotto. Ci sono scritti di
Goudar (1775) in cui condanna il lotto come fonte di arricchimento dello stato a
spese del cittadino. Giustino Fortunato condanna il lotto definendolo "la
rovina economica e la corruzione morale della plebe". Addirittura
Matilde Serao scrive racconti e romanzi sullo stato di miseria che conduce il
gioco del lotto. Comunque sia il lotto resta una delle ragioni per cui Napoli e'
una citta', che del mistero e della superstizione, ne fa una delle sue piu'
originali caratteristiche.
Ed in più anche La smorfia gastronomica!!!
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